Percorsi di Pace…

Carissimi fratelli e sorelle, Pace e Bene.

La Luce e la Misericordia di Cristo sono la nostra speranza!

Carissimi, il 27 luglio u.s. vi scrivevo condividendo accoratamente con voi questi pensieri:

“San Paolo scrivendo ai fratelli della comunità di Corinto esprime il proprio grande dolore e usa insieme verbi che, contrastando, rivelano la grande fede, come:  “tribolati” ma non “schiacciati“, “sconvolti” ma non “disperati“, “perseguitati” ma non “abbandonati“, “colpiti” ma non “uccisi“.

Sembra proprio quella, questa epoca che ci sconvolge così profondamente nel dolore immenso per la perdita di tante vite spezzate in ogni età, ogni situazione, ogni religione, ogni luogo. La Vita e l’Uomo, Creazioni meravigliose di Dio, sono minacciate e attaccate ovunque, la Famiglia è colpita in ogni parte. Cosa possiamo fare noi consacrati nell’Ordine religioso, francescani secolari? È necessario e urgente intensificare ancor più la preghiera, l’Adorazione e il digiuno. Riconciliarsi subito con chi ancora abbiamo dissidi e risanare le relazioni in difficoltà, praticare le opere di Misericordia, fare il bene e portare il bene in ogni luogo e in ogni angolo dell’animo umano, contrastare il male con il Bene ed essere portatori di Luce nel buio dei cuori, Certezza nello sconforto, Speranza nella disperazione, Fiducia nell’incertezza, Abbandono nelle difficoltà: essere testimoni dell’Amore di Dio.”

Anche oggi, nel tempo della giornata dedicata alla cura del creato, siamo nel lutto e nel dolore: i nostri fratelli e sorelle dell’Italia centrale hanno subito perdite di familiari, di lavoro, di casa. Oltre agli aiuti economici che sicuramente offriremo, l’invito alla preghiera si fa ancora piú forte e non solo quello. Spesso preghiamo per la pace, pace in Medio Oriente, pace in Siria, pace per le popolazioni piú tribolate. È facile pregare per situazioni che in fondo “sono lontane”, ci toccano ma poi non tanto. Pregare invece per qualcuno che ci ha offeso o ci ha fatto del male, il vicino, il mio familiare,  questo è molto più difficile. Pregare il Signore perché cambi il cuore dell’altro? Forse. Pregare perché il Signore cambi il mio cuore e lo apra all’amore, al perdono, qualunque sia l’offesa. Questo è il bene. Questo siamo chiamati a vivere oggi, come ieri. Ad essere testimoni di pace nella nostra vita, nella nostra quotidianità. Pregare con amore per l’altro e aprirsi al suo bene apre strade “incredibili”, di ripristino di relazioni ormai sepolte. Spezzare la catena dell’odio non libera solo noi, il nostro cuore ma anche quello del  fratello che non avevamo perdonato, facendo intraprendere anche al suo cuore un percorso di pace. Il perdono inizia nel nostro cuore, nel silenzio della nostra preghiera davanti al Signore, per Cristo, con Cristo ed in Cristo.

Chiediamo al Signore Dio Onnipotente, Giusto e Misericordioso il dono di insegnarci a costruire la pace nella giustizia, assicurare una equa distribuzione dei beni della terra e per salvaguardare i diritti umani e di esercitare una politica capace del bene comune a favore dell’unica famiglia, la nostra: quella  mondiale!

In Cristo, con affetto, vi abbraccio.

Fiorella Patané [Ministro Regionale O.F.S. Liguria]

Giornata Mondiale Preghiera Cura del Creato

Pace e Bene a tutti,
il 1 settembre ricorre la Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato, istituita da Papa Francesco nel 2015 e che già da tempo è celebrata dai nostri fratelli ortodossi. Siamo invitati a “rinnovare la personale adesione alla nostra vocazione di custodi del Creato“. Questa giornata, celebrata nella stessa data con la Chiesa Ortodossa è anche “occasione proficua“, come dice il Papa, per “testimoniare la nostra crescente comunione con i fratelli ortodossi“.

Riflettendo con voi sulla ricchezza di questa celebrazione penso che potremmo viverla nei due movimenti:

  1. Conversione della nostra vita ad un appezzamento sempre più pieno della bellezza del Creato, ad un’attenzione e ad una cura dell’ambiente in cui viviamo, sentendoci non tiranni padroni del Bene che ci è stato affidato, ma amministratori sapienti del luogo in cui viviamo, a partire dalle nostre case, dal territorio, dalle fraternità.
  2. Conversione ad un confronto e ad un dialogo continuo anche con chi sentiamo diverso da noi, per non chiuderci nei recinti rassicuranti della nostra fede, ma per aprirci alla novità che il diverso ci propone. Quindi la conversione all’interno delle nostre fraternità nell’ascolto dei fratelli, ognuno unico e irripetibile, ci allena e ci abilita al dialogo con chi è “esterno” alla fraternità: confronto propedeutico ad un atteggiamento missionario e di apertura delle fraternità in uno stile di incontro e di simpatia con il prossimo.

Questi potrebbero essere gli stimoli per una preghiera costruttiva nella Giornata Mondiale di cura del Creato.

Ognuno di noi, ed io per prima, dovrebbe cogliere l’occasione di questa giornata per provocare un lavoro su di sé, che porti ad un cambiamento del cuore e dell’agire che non ci trovi, l’anno prossimo, con le stesse pigrizie, disattenzioni e trasandatezze spirituali dell’anno precedente.

Oltre all’attenzione verso i nostri ambienti, l’uso parsimonioso di sorella acqua, un riciclo corretto, perché i nostri scarti possano essere rilavorati, riutilizzati e rivalorizzati, il non spreco del cibo (ricordiamo, tanto per parlare anche di cifre, che un terzo della produzione annua mondiale di cibo finisce nella spazzatura; che in Italia, in un anno, si spreca tanto cibo quanto potrebbe sfamare tre quarti della popolazione italiana e che con gli sprechi alimentari del mondo si potrebbe sfamare l’intera Africa!)… Oltre questo aspetto ecologico, inteso proprio come studio su quanto avviene nella nostra “casa comune”, ricordiamo che anche le nostre fraternità sono ambienti di vita, habitat da curare, dove viviamo relazioni di fede che nutrono la nostra vocazione, dove la nostra attenzione non va tanto al luogo fisico nel quale ci troviamo, ma piuttosto al luogo delle nostre relazioni, quello spazio che intercorre tra di noi, nel quale dobbiamo riconoscere il valore del nostro vivere insieme in fraternità.

Poniamoci alcune domande per verificare come stiamo nel rapporto con i fratelli, un piccolo esame di coscienza con cui, nella preghiera, esaminiamo i punti che potremmo migliorare:

  • riconosciamo che siamo insieme non per nostra scelta, ma perché un Altro ci ha scelti e fatti incontrare?
  • viviamo il Sacramento del fratello, attraverso cui è il Signore che ci parla, quindi operiamo “un’igiene” del nostro ascolto da pregiudizi, diffidenze, e altri “vizi” e “malattie” che lo possono inquinare?
  • sentiamo la responsabilità di una testimonianza di vita onesta ed edificante, per essere riconosciuti come “figli della luce”?
  • riusciamo ad accogliere anche il fratello che ci infastidisce, forse perché sta vivendo una sofferenza? Il “povero” in fraternità diventa la cartina di tornasole della mia vicinanza a Gesù: “Chi non ama il suo fratello che vede, come potrà amare Dio che non vede?” (1 Giovanni 4, 20).
  • i nostri fratelli più anziani e malati, quelli che non possono partecipare alle riunioni, sono raggiunti da una nostra visita, telefonata, ci preoccupiamo per loro?

Questi sono solo alcuni spunti per una preghiera che possa diventare cambiamento di vita in fraternità.

È di questi giorni la tragedia immane che ha colpito il centro Italia, che ha raso al suolo interi paesi, dolore immenso per chi, oltre alla casa, ha perso i cari, il posto di lavoro, gli affetti.

In corrispondenza del Congresso Eucaristico Nazionale, il 18 settembre, ci sarà una colletta in tutte le chiese italiane per le vittime del terremoto, segno tangibile che la presenza viva e reale di Gesù in mezzo a noi ci chiama ad una carità concreta verso chi sta soffrendo.

Fiorella, la nostra Ministra regionale, invita tutte le fraternità, oltre alla preghiera intensa per la situazione tragica in cui stanno versando le popolazioni colpite, a convogliarvi le offerte, aderendo a quanto la Chiesa sta chiedendo a tutti noi.

Che il Signore benedica sempre le nostre famiglie e le nostre fraternità.

Maria Macrì [Servizio Giustizia, Pace, Salvaguardia del Creato e Ce.Mi.Ofs – O.F.S. Liguria]

Dal Consiglio Regionale OFS…

Lode e gloria a Te Signore, Creatore del Cielo e della Terra.

Carissimi fratelli e sorelle, Ministri di Fraternità, pace e bene.

San Paolo scrivendo ai fratelli della comunità di Corinto esprime il proprio grande dolore e usa insieme, verbi che, contrastando, rivelano la grande fede, come: “tribolati” ma non “schiacciati”, “sconvolti” ma non “disperati”, “perseguitati” ma non “abbandonati”, “colpiti” ma non “uccisi”.

Sembra proprio quella, questa epoca che ci sconvolge così profondamente nel dolore immenso per la perdita di tante vite spezzate in ogni età, ogni situazione, ogni religione, ogni luogo. La Vita e l’Uomo, Creazioni meravigliose di Dio, sono minacciate e attaccate ovunque, la Famiglia è colpita in ogni parte. Cosa possiamo fare noi consacrati nell’Ordine religioso, francescani secolari? È necessario e urgente intensificare ancor più la preghiera, l’Adorazione e il digiuno. Riconciliarsi subito con chi ancora abbiamo dissidi e risanare le relazioni in difficoltà, praticare le opere di Misericordia, fare il bene e portare il bene in ogni luogo e in ogni angolo dell’animo umano, contrastare il male con il Bene ed essere portatori di Luce nel buio dei cuori, Certezza nello sconforto, Speranza nella disperazione, Fiducia nell’incertezza, Abbandono nelle difficoltà: essere testimoni dell’Amore di Dio.

Carissimi, spero che la nostra famiglia francescana sia ancor più attiva in questo delicato periodo e spero vivamente che curiate costantemente i fratelli e le sorelle anziani e soli della vostra Fraternità in questo periodo di caldo, di negozi chiusi per ferie, di solitudine. La famiglia della fraternità non va in ferie, se non unita, e la condivisione e la solidarietà non affievoliscono sicuramente il loro intento.

Carissimi, vi informo che dal prossimo mese di settembre il consueto testo di formazione sarà pubblicato esclusivamente nella nostra rivista FVS – “Francesco il volto secolare”. Come tutti sappiamo la nostra rivista è molto importante per i contenuti tutti francescani di informazione e riflessione, è strumento di condivisione e formazione. Ora, che contiene anche la pubblicazione formativa, che ogni mese sarà attenta alla lettura evangelica delle varie e correnti problematiche, diventa necessario che ogni francescano sia abbonato. Chiediamo pertanto a voi, cari Ministri, di ottemperare a questa richiesta contattando i vostri fratelli e sorelle ancora non abbonati in modo che possiate segnalare i nominativi quanto prima alla redazione di FVS e inviare al consueto conto corrente, il relativo costo dell’abbonamento, che scende a 12 € annui a persona. I dati da trasmettere sono: cognome, nome, indirizzo postale completo e, per chi volesse il formato elettronico della rivista, ovviamente comprensiva del testo, anche l’indirizzo elettronico. Vi chiediamo di fare la segnalazione e il relativo versamento alla redazione FVS davvero nel più breve tempo possibile.

Carissimi, vi informo inoltre che, per partecipare alla Santa Messa di chiusura del Congresso Eucaristico che si terrà a Genova dal 15 al 18 settembre, sarà necessario munirsi di pass che chiederemo come Consiglio Regionale alla Curia. Anche per questo vi chiedo di segnalarmi entro il più breve tempo possibile, (entro 15 giorni) i nominativi dei partecipanti per poter quantificare la richiesta; potete farlo inviandomi una mail con i nominativi.

Oggi, nel ricordo dei genitori di Maria Santissima, Santi Gioacchino ed Anna, chiediamo proprio a Lei, Madre di tutta l’Umanità di soccorrerci, di aiutarci, di proteggerci e di benedirci: Santa Maria, Avvocata dell’Ordine e Madre nostra, prega per noi.

Carissimi, anche a nome di tutti i Consiglieri regionali, con grande affetto vi abbraccio in Cristo, nostro Signore.

Fiorella Patané [Ministro Regionale O.F.S. Liguria]

Visita del Ministro Generale dei Cappuccini

In semplicità, lunedì 9 Maggio 2016, la Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare della Liguria ha avuto la gioia di incontrare il Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Francescani Cappuccini Fra Mauro Jöhry e il Consigliere generale Fra Raffaele Della Torre presso il convento “Santissima Annunziata-Padre Santo” in Genova.

La recita dei Vespri e la partecipazione alla santa Messa delle ore 17:00 sono stati il fulcro dell’incontro che è poi terminato con un piccolo momento di genuina condivisione.

Durante l’omelia il Ministro generale ha sottolineato l’importanza per il francescano secolare di testimoniare nel quotidiano la propria scelta vocazionale con le caratteristiche che sono proprie del nostro carisma: fedeltà al Vangelo, gioia nella Carità, serenità nella prova, certezza nella Provvidenza. Come un padre amorevole, ci ha poi ricordato l’importanza della partecipazione alla vita della famiglia francescana, che nella sua triplice autonomia Primo, Secondo e Terzo Ordine (OFS) esprime la forza della comunione vitale e reciproca.

Grati di questa visita, ringraziamo di cuore il Ministro generale e lo ringraziamo per l’attenzione e l’intimità che ci ha riservato.

Marina Bartolozzi [Vice Ministro Regionale O.F.S. Liguria]

Natale 2015

Ai Ministri di Fraternità
Ai Padri Assistenti
A tutti i fratelli e sorelle francescani per il tramite dei Ministri

Carissimi fratelli e sorelle, pace e bene.

Con grande gioia, in questo cammino di Avvento, ci apprestiamo a vivere il Giubileo Straordinario della Misericordia.
Un tempo speciale di Grazia per spalancare le porte del nostro cuore e lasciarci inondare dalla Misericordia di Dio che è Amore, Perdono, Tenerezza e da vivere nei gesti concreti quotidiani: il Bene a qualsiasi costo, la Speranza certa che non dispera mai, la Fede autentica che si fa accettazione della volontà di Dio, il Perdono che guarisce chi lo dà e chi lo riceve, la Solidarietà come unica possibilità di Vita.

Fra pochi giorni sarà Natale: il nostro cuore resti concentrato sul suo vero significato e diventi davvero l’incontro con Gesù e con i fratelli; noi possiamo fare la differenza con la nostra testimonianza di vita e di scelte rivolte all’aiuto e alla condivisione nel farci prossimi. Gesù nasce in una capanna, ma quella capanna ha accolto il Re e così anche il nostro cuore si faccia capanna per accogliere il Salvatore!

Noi tutti, Consiglieri regionali dell’Ordine Francescano Secolare della Liguria, rivolgiamo a voi tutti, alle vostre famiglie e ai vostri cari l’augurio più bello per un felice Santo Natale!
Con affetto a nome del consiglio Regionale della Liguria,

Fiorella Patané [Ministro Regionale O.F.S. Liguria]

Mercatino di San Nicola 2015

Come servizio Ce.Mi.OFS e in comunione con il Consiglio regionale, vi scrivo per informarvi che anche quest’anno, come l’anno scorso e come è stata nostra tradizione in anni passati, vorremmo essere presenti a Genova in Piazza Piccapietra al consueto Mercatino di San Nicola.

Il Natale si sta avvicinando e per noi sarebbe molto bello poter testimoniare la nostra fede “in uscita”, come ci raccomanda il nostro Papa. Sarebbe un piccolo, ma importante segno di una presenza francescana nella nostra Genova e un’occasione per incontrare fratelli “lontani” dubbiosi che, forse, sono alla ricerca di un “Oltre” che li confermi che vivere, anche se nella difficoltà, nella fatica, nella sofferenza, può avere ugualmente un senso. E per i fratelli indifferenti potremmo essere un segno che interpella e smuove le coscienze.

L’anno scorso l’esperienza è stata molto bella e ha lasciato un ricordo indelebile in chi vi ha partecipato, oltre ad aver cementato rapporti tra di noi affettuosi e fraterni. Quest’anno riproponiamo l’esperienza e chiedo a voi tutti, Ministri, Referenti e Assistenti spirituali una collaborazione concreta, di supporto fattivo nel partecipare a questo evento. Oltre a questo vostro aiuto (che ci permette di mettere in atto dei turni per darci il cambio) chiedo alle fraternità che già espongono dei banchetti nella loro zona di partecipare direttamente in piazza Piccapietra con la loro oggettistica, sotto un’unica bandiera OFS Liguria, di cui tutti facciamo parte, per vivere l’esperienza in prima persona.

Anche questo è un modo per vivere e fare fraternità… “perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono Io in mezzo a loro” (Matteo 18, 20) e questo vale in qualsiasi luogo ci si incontri e ci si riunisca. Vi ringrazio con il cuore della vostra attenzione. Aspetto i vostri riscontri. Il mio numero di cellulare è 340.832.8090.
Che il Signore benedica sempre noi, le nostre famiglie e la nostra Fraternità.

Maria Macrì [Referente Ce.Mi.OFS Liguria]

Comunione spirituale

… il mio bene è stare vicino a Dio, nel Signore Dio riporre la mia speranza… [ Salmo 72, 28 ]

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo e san Francesco, pace e bene.

Siamo tutti profondamente addolorati per i tragici avvenimenti che ci circondano. Continuiamo il cammino intrapreso con fede, con speranza, con gioia nella continua ricerca del Bene, nella solidarietà e nella preghiera.

E per essere ancora più uniti, vi proponiamo un’ora di preghiera del cuore, d’amore all’Altissimo Dio Padre Onnipotente, di lode, di ringraziamento, di pentimento, di adorazione per chiedere il dono della pace e la conversione dei cuori, prima di tutto il nostro.

Vi invitiamo, quindi, ad unirci tutti insieme in comunione spirituale per un’ora, ognuno restando a casa propria, venerdì 27 novembre alle ore 22:00; chi potrà la farà unito/a ai suoi familiari, vicini di casa, amici, altrimenti potremo viverla da soli in silenzio.

Preghiamo i Ministri e i Padri Assistenti di dare la massima diffusione e coinvolgere anche i fratelli e le sorelle anziani, ammalati, lontani, soli.

Nella pace di Cristo, il nostro affettuoso saluto e la nostra fraterna vicinanza.

A nome di tutto il Consiglio Regionale,

Fiorella Patané [Ministro Regionale O.F.S. Liguria]

Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato

Carissimi fratelli e sorelle, Pace e Bene.
Martedì 1 settembre si celebrerà la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato. Invito ciascuno a far propria, vivendo e condividendo questa celebrazione: una giornata di preghiera, di lode, di ringraziamento al Signore. Il Creato attende una nuova nostra risposta d’amore che tutti insieme possiamo dare, non solo a livello di salvaguardia, ma anche e soprattutto di prevenzione. Il Creato comprende tutti i nostri fratelli e sorelle che il Signore ha creato e posto al nostro fianco sulla Terra: sia questa giornata l’inizio di un rinnovato stile di vita, nell’attenzione dell’accoglienza, della condivisione, dell’aiuto, del bene, in un invito ad uscire da se stessi per andare verso gli altri!

Buon cammino a tutti allora, con grande affetto!

Fiorella Patané [Ministro Regionale O.F.S. Liguria]

Di seguito una profonda meditazione intitolata “IL MONDO COME SACRAMENTO” del padre Edoardo Scognamiglio (O.F.M. – Ordine Frati Minori Conventuali):

Casa comune“, “sorella” e “madre bella” sono tre immagini con le quali papa Francesco presenta il pianeta Terra nella lettera enciclica “Laudato si’ “. Attingendo a piene mani dal Cantico di frate sole o delle creature di Francesco d’Assisi e dalla stessa spiritualità francescana – di cui si fece promotore il dottore serafico Bonaventura da Bagnoregio -, Bergoglio ha accolto il grido di questa sorella che protesta per il male che le provochiamo a motivo «dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei».

In questa enciclica, egli si propone «di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune». E, quasi certamente, la parola “dialogo” è tra i termini che più ricorrono in questo documento. Infatti, se ne parla in queste forme: «entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune» (n. 3); «rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta» (n. 14); «ampie linee di dialogo e di azione che coinvolgano sia ognuno di noi, sia la politica internazionale» (n. 15); «La vera sapienza, frutto della riflessione, del dialogo e dell’incontro generoso fra le persone, non si acquisisce con una mera accumulazione di dati che finisce per saturare e confondere, in una specie di inquinamento mentale» (n. 47); «Fra questi estremi, la riflessione dovrebbe identificare possibili scenari futuri, perché non c’è un’unica via di soluzione. Questo lascerebbe spazio a una varietà di apporti che potrebbero entrare in dialogo in vista di risposte integrali» (n. 60); «la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe» (n. 62); «la Chiesa cattolica è aperta al dialogo con il pensiero filosofico, e ciò le permette di produrre varie sintesi tra fede e ragione» (n. 63); «anche se questa Enciclica si apre a un dialogo con tutti per cercare insieme cammini di liberazione, voglio mostrare fin dall’inizio come le convinzioni di fede offrano ai cristiani, e in parte anche ad altri credenti, motivazioni alte per prendersi cura della natura e dei fratelli e sorelle più fragili» (n. 64); «Ognuno di noi dispone in sé di un’identità personale in grado di entrare in dialogo con gli altri e con Dio stesso» (n. 81); «Lo stesso cristianesimo, mantenendosi fedele alla sua identità e al tesoro di verità che ha ricevuto da Gesù Cristo, sempre si ripensa e si riesprime nel dialogo con le nuove situazioni storiche, lasciando sbocciare così la sua perenne novità» (n. 121); «proviamo ora a delineare dei grandi percorsi di dialogo che ci aiutino ad uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando» (n. 163); «La previsione dell’impatto ambientale delle iniziative imprenditoriali e dei progetti richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo» (n. 182); «Oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che la politica e l’economia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio della vita» (n. 189); «Abbiamo bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi» (n. 197); «La maggior parte degli abitanti del pianeta si dichiarano credenti, e questo dovrebbe spingere le religioni ad entrare in un dialogo tra loro orientato alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete di rispetto e di fraternità. È indispensabile anche un dialogo tra le stesse scienze, dato che ognuna è solita chiudersi nei limiti del proprio linguaggio, e la specializzazione tende a diventare isolamento e assolutizzazione del proprio sapere. Questo impedisce di affrontare in modo adeguato i problemi dell’ambiente. Ugualmente si rende necessario un dialogo aperto e rispettoso tra i diversi movimenti ecologisti, fra i quali non mancano le lotte ideologiche. La gravità della crisi ecologica esige da noi tutti di pensare al bene comune e di andare avanti sulla via del dialogo che richiede pazienza, ascesi e generosità, ricordando sempre che “la realtà è superiore all’idea”» (n. 201).

1. Il cuore ferito dell’uomo e il gemito della Terra

Il peccato dell’uomo – il cuore ferito di ciascuno di noi – ha lasciato dei segni indelebili nell’ambiente che ci circonda, provocando una sorta di malattia cosmica: aria, acqua, suolo, terra ed essere viventi sono in qualche modo contaminati dal male. Tutta la creazione è in gemito e soffre le doglie del parto e continuerà a gemere sino alla redenzione piena del mondo (cf. Rm 8,22). Eppure, l’umanità intera è chiamata a custodire nel migliore dei modi la natura con la quale è in simbiosi, riconoscendo la profonda relazione – non solo esistenziale e biologica, bensì ontologica – con tutte le creature del nostro Pianeta. Siamo, in qualche modo, per usare un linguaggio dei nostri tempi, tutti “inter-connessi”, in una relazione profonda che mette assieme la vocazione dell’uomo – voluto dall’Onnipotente e bon Signore a sua immagine e somiglianza – e il destino del mondo. Fiori e piante, semi e foglie, uccelli e pesci, animali selvaggi e domestici, alberi e frutti, sabbia e zolle, luce, aria e pietre, stelle e pianeti, fuoco e calore, acqua e grandine, polvere e vento, insieme a ogni altro essere vivente (animale, vegetale e minerale), portano i segni dell’amore di Dio e hanno per inciso, nel proprio DNA, il sigillo della Trinità.

La natura è il grande codice o libro nel quale Dio ha lasciato le sue vestigia inconfondibili. Spetta a ciascuno di noi riscoprire la profonda interdipendenza tra tutte le creature e la vera vocazione dell’uomo secondo il progetto di Dio nella creazione. Perché il mondo «è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode». Secondo questa prospettiva, per intendere il mondo non è sufficiente guardarlo: è necessario entrare in dialogo con il suo autore, lasciandosi stupire, senza pretendere di venire a capo di quel mistero. La responsabilità dell’uomo nel mondo influisce non soltanto sulla società, ma anche sull’intera creazione.

Papa Francesco sembra essere in sintonia con quanto affermò, il 24 gennaio 2002, ad Assisi, Chef Amadou Gasseto della religione tradizionale africana, nella sua testimonianza per la pace: «Quando non c’è la pace tra gli uomini non c’è neanche la pace fra il resto della creazione e l’uomo. Le stagioni sono sovvertite e la terra non produce più le sementi per dare il nutrimento all’uomo. Ma quando gli uomini lavorano per la pace in una nazione, la loro terra diventa ubertosa e il bestiame si moltiplica per il maggior benessere dell’uomo. Questa è una legge della natura che proviene dal Creatore, che ha legato il destino della creazione alla responsabilità dell’uomo. Pertanto è una buona cosa invitare ogni anno gli uomini a cambiare il cuore, rinunciando all’odio, alla violenza, all’ingiustizia. I responsabili delle religioni nel mondo non dovrebbero dimenticare, né trascurare questa consuetudine. Si tratta di riparare il male che è stato fatto contro la creazione per colpa dell’uomo, chiedere perdono agli spiriti tutelari delle zone che sono state toccate dalla violenza e dal male commesso dall’uomo e domandare perdono, celebrare sacrifici riparatori e purificatori al fine di restaurare la pace. Io sono convinto che questa purificazione della natura è di capitale importanza per riportare la pace tra gli uomini e il resto della creazione».

2. L’oikumene

La Terra è la nostra casa comune, quell’oikumene che è sintetizzata in noi come microcosmo e che si riflette in ogni traccia visibile e invisibile della materia e del macrocosmo. Adamo è polvere rossa (cfr. Gen 2,7) ed è, per sua natura e vocazione, un essere vivente della terra e il plenipotenziario di Jhwh chiamato a “custodire nel bene” le cose che Dio stesso ha creato. La Bibbia offre una visione spazializzata della persona umana: guarda alla storia di Adamo e di Eva sempre in un contesto ambientale e sociale ben preciso. La nostra vocazione è orientata a realizzare, nella libertà, il progetto di Dio e determina (nel bene o nel male), il destino del mondo. C’è il bisogno di realizzare un uso equilibrato e giusto dei beni della terra e di favorire un retto modo d’agire, di pensare, di essere, di produrre. Niente di questo mondo può essere indifferente alla nostra vocazione. Il mondo è come un grande sacramento di comunione che permette di sperimentare l’amore e la bontà di Dio per noi e per il prossimo e, per questo, rende responsabili ogni persona davanti ai problemi ambientali e alla crisi ecologica globale, per il futuro dell’umanità e già delle prossime generazioni.

Il destino di questo mondo dipende dalla riscoperta della nostra vocazione originaria e dall’uso responsabile dei beni e delle risorse del Pianeta. Siamo interdipendenti in un ecosistema che mal sopporta l’agire sfrenato della tecnica e della scienza, dei consumi e di un tipo di produzione che impoverisce le risorse del Pianeta. Per dirla con le parole di san Bonaventura, il mondo è come un libro rimasto occultato, ossia morto e cancellato (deletus et cancellatus) che non siamo più in grado di leggere e d’intendere, inclini a esaltare le tracce del progresso – ossia del nostro passaggio – e non i segni del gesto creativo di Dio. Il creato è diventato solo oggetto di ricerca razionale e scientifica, tecnica e utilitaristica, ai fini della sua manipolazione e di uno sfruttamento selvaggio, diventato semplicemente il mondo della ragione scientifica e tecnologica. Abbiamo dimenticato che «tutto il mondo è ombra, via, vestigio, ed è il libro scritto di fuori». Vi è in atto un certo oscuramento della nostra intelligenza che non permette più di cogliere i segni della bontà di Dio nel creato. Questo oscuramento può essere superato solo immettendo la ragione in quel cono di luce che è l’incarnazione del Verbo. Solo attraverso tale evento può avvenire il ristabilimento dell’ordine originario. La causa dell’alienazione e dello smarrimento dell’uomo è la perdita dell’amore (charitas) che Cristo ha riportato nel mondo. Una visione esclusivamente scientista e tecnicistica del mondo non può salvarci perché non è in grado di esprimere la verità dell’uomo e di favorire alla sua piena realizzazione!

3. L’etica del dono e dello stupore

Attingendo a piene mani dalla teologia ortodossa, e citando direttamente alcuni messaggi del patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, papa Francesco invita ogni cristiano a riconoscere i peccati contro la creazione. L’uomo, infatti, è in grado di distruggere la diversità biologica che Dio ha voluto nella creazione stessa, così come compromette l’integrità della terra e altera il clima, spogliando la terra delle sue foreste naturali o distruggendo le sue zone umide. L’inquinamento dell’acqua e dell’aria e l’impoverimento del suolo sono veri e propri peccati che non possiamo sottovalutare in alcun modo. «Perché “un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio”».

Le soluzioni per i problemi ambientali non sono da ricercare solo nella tecnica ma anche e soprattutto in un cambiamento di stile e di mentalità dell’essere umano, in un vero e proprio processo di conversione ecologica che permette di passare dal consumo al sacrificio, dall’avidità alla generosità, dallo spreco alla capacità di condividere, in un’ascesi che significa imparare a dare e non semplicemente a rinunciare. È necessario imparare a sviluppare l’etica del dono (o della gratuità) e dello stupore: siamo venuti al mondo, abbiamo visto la luce, perché Dio ci ha pensati e voluti liberamente. Potevamo anche non esserci. Dunque, se esistiamo, se respiriamo e viviamo, è perché Dio ci ha voluto, ossia pensati e amati. Così, sull’esempio del Poverello, ogni nostro gesto, qualsiasi atto d’amore e di comunione che saremo in grado di realizzare, anche quello più piccolo e fragile non è mai insignificante, non si perde, e sarà una magnifica lode a quell’Onnipotente e Bon Signore che ha creato il cielo e la terra e che in Gesù, Verbo eterno fatto carne, si è dato per sempre un volto umano, il volto “più bello tra tutti i figli dell’uomo” (cfr Sal 44, 3)!

Al Santuario della Misericordia di Savona…

Domenica 17 maggio 2015, alle ore 15, le fraternità di Savona, Quiliano e Varazze, si sono ritrovate presso il Santuario di Nostra Signora della Misericordia di Savona.

La nostra Madre della Misericordia, ci ha invitato a Casa Sua, ci ha aspettato nell’umile casupola del beato Antonio Botta e, nella frescura delle sue mura, ha accolto e abbracciato, noi, suoi umili figli.
È stato bello ritrovarsi dopo un anno trascorso insieme, cercando di operare secondo le nostre capacità per il bene dei fratelli bisognosi di aiuto e di amore. Proprio in questa giornata ricorreva la visita pastorale – avvenuta il 17 maggio del 2008 – del nostro caro papa emerito Benedetto XVI a Savona. Però, soprattutto, si celebrava la festa dell’Ascensione: una giornata speciale per noi cristiani, nella quale Dio ci invita a seguirlo in Cielo. Ma come poter arrivare in Cielo, noi così incapaci ad allontanarci dal peccato? Ecco, qui la nostra Madre della Misericordia ci viene incontro e ci insegna la via, aprendo i nostri cuori.

Ma cos’è la Misericordia? È stata la domanda di tutti noi al nostro assistente spirituale Padre Gianfranco Iacopi. Lui ce l’ha spiegato in parole povere perché potessimo capire: vuol dire AMORE. Ma ci vorrebbe anche giustizia… osservazione che è ritornata per la seconda volta su molte labbra. Padre Gianfranco, così, ci ha spiegato nuovamente che se ci fosse solo giustizia nessuno di noi raggiungerebbe il Cielo. Misericordia, quindi, SOLO MISERICORDIA! E, come noi gratuitamente la riceviamo, gratuitamente dobbiamo donarla ai nostri fratelli con “obbedienza e amore”.

In processione, pregando, abbiamo poi raggiunto la Tua Casa, o Madre, per partecipare al Banchetto di Tuo Figlio. Abbiamo pregato con Te, abbiamo fatto la nostra professione di fede e ci siamo affidati alle Tue Mani e al Tuo Cuore, nell’attesa di ritrovarci nuovamente insieme, fratelli di Savona, Quiliano e Varazze, domenica 14 giugno 2015 presso il Convento di Quiliano in occasione della festa di Sant’Antonio da Padova.

Pace e Bene a tutti.

Paolo Gambetta [Fraternità di Savona]

Tre giorni ad Assisi (fraternità di San Barnaba)

Stranamente puntuali alle sei di venerdì comincia il nostro viaggio ad ASSISI; facciamo conoscenza con gli altri partecipanti, nuovi amici, tutti gentili ed accoglienti. Arriviamo nel pomeriggio a Rivotorto, prima tappa e prima dimora di Francesco e i suoi compagni, una grande Chiesa ricostruita nel 1854 dopo che la prima del XVI secolo era crollata in seguito ad un terremoto.

Nell’interno è stato ricostruito un caratteristico Tugurio in pietra, che vuol ricordare l’antico rifugio francescano; scacciati da un contadino prepotente che voleva parcheggiare il suo mulo, si spostarono nella vicina Chiesetta della Porziuncola ora inglobata nella grande Basilica di Santa Maria degli Angeli. La Porziuncola è stata il punto di riferimento per tutta la vita di Francesco e della sua fraternità.

Quando san Francesco vi giunse nel 1200, era circondata da una selva di querce ed era in rovina, la riparò con le sue mani e vi stabilì la dimora sua e dei suoi compagni.

La Porziuncola è un pezzo di cielo che ti stringe la gola e fa battere il cuore a noi moderni visitatori, incapaci di resistere alla più piccola privazione.

Ed infine si giunge alla Domus Laetitiae in tempo per i Vespri e la cena.

La Domus Laetitiae, un bell’albergo, grande, nuovo ed accogliente, con un bellissimo panorama; gestito da una energica suora polacca (alla prima impressione un generale alle grandi manovre), ma poi gentile e servizievole… tanto che le abbiamo saccheggiato il bar di ovette al cioccolato e ha finto di non accorgersene, le ha solo sostituite con le caramelle.

Il sabato è stato dedicato alla visita di Assisi con la guida di Padre Andrea che di ogni luogo ci ha narrato la storia.

Abbiamo cominciato dall’alto, dal monte Subasio, una boccata d’aria e di vento e una sofferta fotografia, e poi giù all’Eremo delle carceri in un folto bosco di lecci, luogo di ritiro e segregazione dal mondo dove Francesco e compagni si ritiravano in contemplazione e preghiera, dove tutto è piccolo, dove si dormiva sulla pietra e, sparse nel bosco, le grotte per i primi compagni. Commovente nel bosco l’antico albero, (sostenuto, imbragato, ma vivo) sul quale si raccoglievano gli uccelli per ricevere la sua benedizione). Qui Francesco, approfittando di un luogo così intimo e riservato, dialogava ad alta voce con il Suo Signore, con umiltà, per ringraziarLo e lodarLo.

Ancora giù a Santa Maria Maggiore, l’antica Cattedrale, con vicino l’Arcivescovado, e lì sulla piazza, in presenza del Vescovo Guido, che lo accolse sotto la sua protezione, il giovane Francesco con gesto radicale, rinunziò alle sue ricchezze restituendo al padre anche le vesti che indossava.

La casa paterna di Francesco della quale si conservano le porte d’ingresso, il fondaco e la prigione in cui fu rinchiuso dal padre.

La cattedrale di San Ruffino, patrono della città nella quale è collocato l’unico Fonte Battesimale della città nel quale furono battezzati Francesco e Chiara.

Poi per caratteristiche stradine non frequentate da turisti, ma conosciute da Padre Andrea, si arriva alla Basilica di Santa Chiara, la prima e più fedele discepola di san Francesco, dove è sepolta e dove è conservato l’originale crocifisso che parlò a san Francesco nella chiesetta di San Damiano.

Ed infine la Basilica di San Francesco, questa non la so raccontare, bisogna viverla. Posso dire della Bolla Papale con cui il Papa motivava l’erezione della Chiesa “Meditando come la santa piantagione dell’ordine dei frati minori incominciò e meravigliosamente crebbe, sotto il beato Francesco di santa memoria, spandendo ovunque, per grazia di Gesù Cristo, i fiori e il profumo di una vita santa, così che il decoro della santa Religione sembra venire dall’Ordine sopraddetto; ci sembra cosa degna che per reverenza verso lo stesso Padre venga dedicata una chiesa particolare (specialis ecclesia) nella quale si debba riporre il suo corpo“.

I lavori iniziarono il 17 Luglio 1228 è una duplice Basilica sovrapposta ad una cripta. È veramente una Chiesa Speciale la degna tomba di San Francesco. Una catechesi d’amore fatta in pietra.

E infine l’ultimo giorno dopo la santa Messa domenicale celebrata nella cappella della Domus Laetitie si arriva a san Damiano. L’antica chiesina era cadente al tempo di Francesco che, accogliendo il malinteso invito rivoltogli dal Crocifisso, la riparò con le sue mani. Fu il primo monastero delle Clarisse. Qui tutto invita al raccoglimento, anche se una torma di alunni in gita scolastica a mala pena ci permette di recitare le lodi. A destra della porta della suggestiva Chiesa c’è la finestra dalla quale Francesco gettò il denaro rifiutato dal sacerdote della chiesa, quando Francesco vendette le stoffe e il cavallo per restaurarla e che poi riparò con le sue mani. Nel coretto tutto è conservato come al tempo di Santa Chiara, con gli stalli e il leggio dell’epoca, il dormitorio con i giacigli allineati lungo le pareti dove i fiori e la croce indicano il luogo occupato da Chiara e dove morì…

La porta del chiostro da cui la santa respinse prodigiosamente i saraceni di Federico!! Liberando la città di Assisi. Nella casa dei Frati adiacente il Monastero, Francesco compose il Cantico delle Creature, tra i testi più antichi della letteratura italiana.

Usciti da Assisi sulla via del ritorno visitiamo anche la piccola città di Bettona arrampicata sul cocuzzolo di una montagna protetta da antiche mura, molto carina, e dove abbiamo consumato in un accogliente giardino il nostro pasto domenicale seguito da un buon caffè (finalmente).

Il rientro è stato tutto regolare e tranquillo con la solita e regolare coda all’uscita di Genova.

Tre giorni di sole, di pace, di raccoglimento e di gioia! Grazie Signore! Grazie san Francesco! E grazie Padre Andrea!

Roberto Carpaneto [Fraternità di San Barnaba, Genova]