Condivisione al Natale
Carissimi fratelli e sorelle, pace e bene. Qualche pensiero da condividere con voi tutti.
Il 15 dicembre parteciperò all’incontro zonale di avvento della zona Genova – Centro alla quale appartiene la mia Fraternità. È un incontro preparato da tempo, so che i fratelli e il Padre Assistente hanno previsto la meditazione, il tempo della preghiera e della condivisione e il pranzo. Non vedo l’ora di partecipare. Per me è un tempo necessario. So che sarà molto bello, sarà bello incontrare i fratelli, sarà bello pregare insieme, essere insieme davanti al Signore, condividere il cibo e fare i complimenti per la bontà del gusto, sapendo con quanto amore la sera prima è stato preparato. Davvero la fraternità è un grande dono, una grande Grazia che il Signore ha fatto a ciascuno di noi. Abbiamone cura.
So che in alcune Fraternità ci sono stati episodi di rancori, di gelosie, di invidie. Quali rancori, quali gelosie, quali invidie quando ci si impegna per il Signore? quando ad essere serviti sono i fratelli? I più anziani, i più giovani, i più soli, i fratelli e le sorelle che non riescono ad esprimersi, che non riescono a condividere. Non possiamo escluderli. Il Signore ci vuole tutti insieme e vuole che ci amiamo gli uni gli altri.
Non desidero parlarvi di bontà perché in questo tempo mi sembrerebbe un paradosso. È evidente che non si può essere migliori solo in una parte dell’anno quando comunque la gente ha fame anche in estate o lascia la propria Patria per cercare riparo e trovare la vita altrove per se’ e per la propria famiglia, superando pericoli, ostilità ed esclusioni.
Siamo chiamati a vivere una vita piena, una vita che ama, che gioisce con chi è nella gioia, che si addolora con chi soffre. Una vita attiva, piena, dove non c’è spazio per la depressione, per la noia, per le cose vane. Una vita che magari non verrà ricordata al telegiornale ma che verrà ricordata negli occhi e nel cuore di chi abbiamo aiutato, di chi abbiamo fatto sorridere. Una vita piena di amore, fatto di quotidianità, di piccoli gesti, di teneri pensieri.
Prepararci al Natale, alla venuta di Gesù. Dov’è Gesù nella nostra vita quotidiana? E questa attesa come viverla? Facciamo del nostro cuore un presepe: al centro del nostro cuore il posto dove verrà Gesù, il primo posto, proprio dove il cuore batte e ci dà vita, nel passaggio continuo della linfa vitale. E poi il paesaggio, montagne da attraversare, fiumi, colline, rappresentano tante difficoltà, tante chiusure del nostro cuore ancora da risolvere e questo è proprio il momento giusto per farlo. E poi i pastori chiamati come noi a ricevere Gesù, perché Lui ci chiama tutti a sè. E potrebbero essere proprio quelle persone con le quali abbiamo difficoltà di relazione, che magari non desideriamo vedere, incontrare, avvicinare…eppure stiamo facendo un percorso di vita insieme. Il Signore, non a caso, le ha messe al nostro fianco. Tutti stiamo andando da Gesù, qualcuno ne è consapevole, qualcuno no, è ancora confuso e disorientato. Ma tutti siamo in cammino. Durante il cammino ci si aiuta, lo sanno gli scalatori e i camminatori di montagna… si mettono i piedi dove li ha messi il primo in cordata, ci si passa l’acqua, si spezza la cioccolata e si condivide, ci si aspetta e si incoraggia l’altro a continuare nel momento di stanchezza. Così possiamo fare anche noi e se desideriamo la pace dobbiamo essere noi i primi a viverla e a farla bella, sana, fiduciosa, gioiosa, umile e semplice, pura e casta.
Ecco che allora, nel presepe del nostro cuore, il posto davvero principale sarà quello di Gesù.
Se abbiamo anche un piccolo presepe in casa, con le statuine di gesso, davanti alla mangiatoia ancora vuota, ogni giorno possiamo prendere un articolo della nostra amata Regola, leggerlo, meditarlo e pregare lasciandoci ispirare dal suo contenuto e fondare, su quello, un impegno. Così, ogni giorno di questa Attesa, tutto l’Ordine Francescano Secolare della Liguria eleverà la preghiera, rinnoverà il suo impegno di vita, consacrando al Signore tutto se stesso.
E allora sarà Natale, quanto più ci fidiamo e ci affidiamo, quanto più ci abbandoniamo alla Sua volontà, credendo nel Suo Amore, nel Suo progetto per noi, quanto più saremo figli riconoscenti e felici. Allora sarà davvero Natale.
Auguri, cari, di cuore con grande affetto a voi e alle vostre famiglie. Dio vi benedica.
Fiorella Patané [Ministro Regionale O.F.S. Liguria]