OFS Italia: Festa di San Francesco d’Assisi

In occasione della festività di San Francesco d’Assisi, riporto qui di seguito la lettera inviata a tutti i francescani secolari d’Italia da Paola Braggion, la nostra Ministra Nazionale.

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Siete stati edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. 21In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito. (Efesini 2:20-22)

Ci avviciniamo nuovamente alla festa di san Francesco, nostra guida verso il Signore.

E proprio in questi giorni ho avuto la grazia di condividere una giornata con i fratelli e le sorelle di Camerino.

Tante macerie, tante pietre, tante case distrutte, tanti cuori feriti.

Mi torna in mente che Francesco ha cominciato la sua avventura spirituale e di vita proprio tra le pietre: mettendosi a ricostruire la chiesetta di san Damiano. Pietra su pietra.

Pietra su pietra, con piccoli gesti ma concreti desideriamo stare vicino alle persone colpite dal terribile sisma che ha sconvolto la vita di tanti fratelli, per poter vivere qualche momento di vicinanza, auspicando davvero ciò che a Camerino è scritto in un cartellone posto in una tenda: ‘anche qui torneranno i colori della primavera’.

Francesco ha subito un terremoto esistenziale all’inizio del suo percorso di conversione e, iniziando dalle pietre di San Damiano, ha costruito il suo edificio interiore , fino ad essere davvero tempio vivo dello Spirito.

Ci sono dei luoghi che vanno ricostruiti perché in quei luoghi è la nostra vita; ma tutti dobbiamo costruire l’edificio spirituale fondato sulla pietra angolare, sulla roccia della nostra salvezza. Che è Cristo Signore.

Un’altra Parola, che la liturgia mi ha donato in quest’ultimo periodo, mi risuona nel cuore:

1Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell’ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, 2come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza, 3se davvero avete gustato che il Signore è buono.
4Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, 5anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. 6Infatti si legge nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chiunque crede in essa non resterà confuso».
7Per voi dunque che credete essa è preziosa; ma per gli increduli «la pietra che i costruttori hanno rigettata è diventata la pietra angolare, 8pietra d’inciampo e sasso di ostacolo».

La pietra scartata è il fondamento di tutta la nostra vita.

Pietre vive: sembra una contraddizione in termini.

La pietra è statica e pesante, come può essere viva? Solo se poggia sulla pietra che sorregge l’edificio e se si lascia . Noi siamo disposti a farci maneggiare, scolpire, sgrezzare tramite la Parola e una vita spirituale più intenza per ricostruire la Chiesa e per ritrovare un po’ di umanità?

Non si tratta solo di ascoltare il Vangelo, ma di mostrare, come Francesco, che Cristo è decisivo per la nostra vita , che siamo fondati su di Lui e davvero viviamo in Lui.

Penso con tremore e stupore che ognuno di noi è chiamato ad essere casa di Dio, tempio dello Spirito, madre di Cristo, quando lo accogliamo dentro di noi e quando lo rendiamo presente al mondo compiendo gesti di amore e di misericordia.

Essere chiamati a divenire il tempio di Dio significa guardare allo stile di Gesù, alla sua voce, al suo sguardo, alle relazioni che egli istaura con quanti incrociano il suo cammino, per apprendere da lui come stare in maniera autentica accanto ad ogni nostro fratello e sorella, capaci di generare intorno a noi prossimità e fraternità con quanti incontriamo, per rendere più umana la vita di tutti.

Lasciamoci abitare dal Signore, dal suo Spirito che è forza, sapienza, consolazione e speranza per essere pietre vive, annuncio di amore.

Pietre vive, pietra su pietra, in Cristo.

Buona e santa festa.

Paola Braggion [Ministro Nazionale O.F.S. Italia]

Condivisione al Natale

Carissimi fratelli e sorelle, pace e bene. Qualche pensiero da condividere con voi tutti.

Il 15 dicembre parteciperò all’incontro zonale di avvento della zona Genova – Centro alla quale appartiene la mia Fraternità. È un incontro preparato da tempo, so che i fratelli e il Padre Assistente hanno previsto la meditazione, il tempo della preghiera e della condivisione e il pranzo. Non vedo l’ora di partecipare. Per me è un tempo necessario. So che sarà molto bello, sarà bello incontrare i fratelli, sarà bello pregare insieme, essere insieme davanti al Signore, condividere il cibo e fare i complimenti per la bontà del gusto, sapendo con quanto amore la sera prima è stato preparato. Davvero la fraternità è un grande dono, una grande Grazia che il Signore ha fatto a ciascuno di noi. Abbiamone cura.

So che in alcune Fraternità ci sono stati episodi di rancori, di gelosie, di invidie. Quali rancori, quali gelosie, quali invidie quando ci si impegna per il Signore? quando ad essere serviti sono i fratelli? I più anziani, i più giovani, i più soli, i fratelli e le sorelle che non riescono ad esprimersi, che non riescono a condividere. Non possiamo escluderli. Il Signore ci vuole tutti insieme e vuole che ci amiamo gli uni gli altri.

Non desidero parlarvi di bontà perché in questo tempo mi sembrerebbe un paradosso. È evidente che non si può essere migliori solo in una parte dell’anno quando comunque la gente ha fame anche in estate o lascia la propria Patria per cercare riparo e trovare la vita altrove per se’ e per la propria famiglia, superando pericoli, ostilità ed esclusioni.

Siamo chiamati a vivere una vita piena, una vita che ama, che gioisce con chi è nella gioia, che si addolora con chi soffre. Una vita attiva, piena, dove non c’è spazio per la depressione, per la noia, per le cose vane. Una vita che magari non verrà ricordata al telegiornale ma che verrà ricordata negli occhi e nel cuore di chi abbiamo aiutato, di chi abbiamo fatto sorridere. Una vita piena di amore, fatto di quotidianità, di piccoli gesti, di teneri pensieri.

Prepararci al Natale, alla venuta di Gesù. Dov’è Gesù nella nostra vita quotidiana? E questa attesa come viverla? Facciamo del nostro cuore un presepe: al centro del nostro cuore il posto dove verrà Gesù, il primo posto, proprio dove il cuore batte e ci dà vita, nel passaggio continuo della linfa vitale. E poi il paesaggio, montagne da attraversare, fiumi, colline, rappresentano tante difficoltà, tante chiusure del nostro cuore ancora da risolvere e questo è proprio il momento giusto per farlo. E poi i pastori chiamati come noi a ricevere Gesù, perché Lui ci chiama tutti a sè. E potrebbero essere proprio quelle persone con le quali abbiamo difficoltà di relazione, che magari non desideriamo vedere, incontrare, avvicinare…eppure stiamo facendo un percorso di vita insieme. Il Signore, non a caso, le ha messe al nostro fianco. Tutti stiamo andando da Gesù, qualcuno ne è consapevole, qualcuno no, è ancora confuso e disorientato. Ma tutti siamo in cammino. Durante il cammino ci si aiuta, lo sanno gli scalatori e i camminatori di montagna… si mettono i piedi dove li ha messi il primo in cordata, ci si passa l’acqua, si spezza la cioccolata e si condivide, ci si aspetta e si incoraggia l’altro a continuare nel momento di stanchezza. Così possiamo fare anche noi e se desideriamo la pace dobbiamo essere noi i primi a viverla e a farla bella, sana, fiduciosa, gioiosa, umile e semplice, pura e casta.

Ecco che allora, nel presepe del nostro cuore, il posto davvero principale sarà quello di Gesù.

Se abbiamo anche un piccolo presepe in casa, con le statuine di gesso, davanti alla mangiatoia ancora vuota, ogni giorno possiamo prendere un articolo della nostra amata Regola, leggerlo, meditarlo e pregare lasciandoci ispirare dal suo contenuto e fondare, su quello, un impegno. Così, ogni giorno di questa Attesa, tutto l’Ordine Francescano Secolare della Liguria eleverà la preghiera, rinnoverà il suo impegno di vita, consacrando al Signore tutto se stesso.

E allora sarà Natale, quanto più ci fidiamo e ci affidiamo, quanto più ci abbandoniamo alla Sua volontà, credendo nel Suo Amore, nel Suo progetto per noi, quanto più saremo figli riconoscenti e felici. Allora sarà davvero Natale.

Auguri, cari, di cuore con grande affetto a voi e alle vostre famiglie. Dio vi benedica.

Fiorella Patané [Ministro Regionale O.F.S. Liguria]

Condivisione a Natale (2017)