Assisi – San Damiano

La piccola ed antica chiesa, appena fuori Assisi, sorta probabilmente nel VII secolo, è dedicata ai santi martiri Cosma e Damiano. Antico priorato benedettino, al tempo di Francesco era piuttosto malridotta per vetustà e cattiva manutenzione.

La conosciamo come uno dei luoghi più frequentati da Francesco nel periodo della sua conversione. Proprio qui, mentre si trovava assorto in preghiera, sentì le parole del Crocifisso che lo invitavano a riparare la Sua Casa. Rimase insieme al sacerdote di questa chiesa per circa un mese e gli donò i soldi ricavati a Foligno dalla vendita di alcune stoffe e del cavallo. Dopo le parole del Crocifisso, è la prima chiesa che cominciò a riparare con le sue stesse mani, nel 1207. Ancora in questo luogo, condusse Chiara e sua sorella Agnese, dopo la loro scelta di vita penitenziale (1211-1212 circa). Sarà il primo monastero delle Clarisse che qui dimoreranno fino al 1260.

Francesco passava spesso a San Damiano per visitare e aiutare Chiara e le consorelle nella loro formazione. Nel 1225, un anno prima di morire, Francesco, gravemente malato, è costretto a fermarsi in San Damiano per quasi due mesi dove, martoriato nel corpo e prostrato nell’anima per quella esperienza conosciuta da tanti mistici come la “notte dello spirito”, in uno slancio di totale abbandono nella fede, reagisce componendo il Cantico delle Creature. Ritornerà in San Damiano all’indomani del suo beato Transito, durante il trasporto della sua salma dalla Porziuncola alla chiesa di San Giorgio, dando la possibilità a Chiara e sorelle di rivedere e venerare colui che avevano amato come padre.

Il suggestivo interno della chiesa invita al raccoglimento. A destra della porta si trova la finestra dalla quale Francesco gettò il denaro rifiutato dal sacerdote della chiesa, quando il Santo vendette un carico di stoffe e il cavallo per restaurarla. Sopra l’altare si trova la copia del Crocifisso che parlò a san Francesco.

Chiara rimase a San Damiano per 42 anni, dei quali 39 da abadessa e 28 di continua infermità. Vi morì la sera dell’11 agosto 1253 e anche le sue spoglie vennero tumulate nella chiesa di San Giorgio. Sempre nello stesso anno, in San Damiano iniziò il processo di canonizzazione della Santa; poi, le Clarisse fecero richiesta di potersi trasferire presso la tomba della madre Chiara, passaggio che si concluse negli anni 1257-1260. La presenza delle monache fu subito rimpiazzata da quella dei frati, da allora interrotta negli anni 1867-1879 a causa della “soppressione” voluta dal governo del nuovo Stato Italiano.

Ancora oggi, nel Coretto di Santa Chiara tutto è conservato come a quel tempo, con gli stalli e i leggii dell’epoca. Al termine della stretta scala si trova l’oratorio: a sinistra dell’altare, in un incavo della parete, veniva sistemata l’Eucarestia, per le lunghe ore di preghiera della comunità. Il dormitorio: in questa stanza le Clarisse riposavano su umili giacigli allineati lungo la parete e dei fiori e una croce indicano quello dove riposava Chiara.

Il chiostro è un angolo di mirabile armonia. Da qui la Santa malata, prostrata dinnanzi al Santissimo Sacramento, respinse prodigiosamente i Saraceni di Federico II nel settembre del 1240, liberando la città di Assisi. Infine il refettorio: il luogo nel quale la comunità si raccoglieva per consumare i pasti. Ancora oggi un vaso di fiori indica il posto che era occupato da Chiara.