Assisi – Eremo delle Carceri
L’Eremo delle Carceri è un santuario francescano, a circa 4 chilometri da Assisi e 791 metri di altezza, raccolto nel foltissimo verde del bosco di lecci, alle pendici del Monte Subasio che è solcato dall’alto in basso da un canalone che diventa una spaccatura a strapiombo sulla roccia.
Dall’antichità il luogo fu rifugio di eremiti intorno ad una cappellina chiamata Santa Maria ad Carceres. La parola “carcere” deriva dal latino carcer (luogo chiuso, nascosto) ed indicava luoghi aspri e solitari, adatti alla contemplazione e alla vita eremitica.
Nelle Fonti Francescane non si hanno notizie esplicite e decisive della presenza di Francesco alle Carceri, ma moltissimi indizi la rendono una realtà credibile. Anzitutto, bisogna ricordare che la famiglia di Francesco aveva una proprietà vicina alle Carceri, dalla quale si poteva accedere facilmente all’Eremo. La grotta dove si ritirava Francesco con un giovane amico agli inizi della conversione (Fonti Francescane 329) è identificata da più autori come una di quelle presenti alle Carceri. In Sant’Angelo di Panzo, poco sotto le Carceri, Francesco conduce Chiara prima di fissarne la dimora definitiva in San Damiano.
In questo luogo la tradizione ambienta diversi episodi dei Fioretti (confronta Cap. III, Cap. XVI, Cap. XXIX, Cap. XXXII). Un altro particolare ancora più significativo ci è offerto da un “lodo arbitrale” del 1237, detto “di frate Elia”, volto a dirimere una controversia tra il Comune di Assisi e la Cattedrale, dove si parla esplicitamente del “Carcere di San Francesco”, in riferimento alla località in questione che – almeno fino al 1198 – era conosciuta come “Carcer de Tenplo” (A. Fortini).
Dopo la morte del Santo si ha notizia di una presenza sporadica dei suoi compagni alle Carceri. Verso la fine del ‘200 vi fu costruito un piccolo eremo dipendente dal Sacro Convento, punto di riferimento di gruppi di frati cosiddetti “zelanti”. Una presenza stabile e prolungata dei frati alle Carceri si riscontra con Paoluccio Trinci, fondatore dell’Osservanza, dopo il 1370. Dal 1426, con san Bernardino da Siena, l’Eremo fu ampliato e conobbe un deciso sviluppo.
Dal piccolo chiostro si gode uno splendido panorama della Valle Umbra. Adiacente al chiostro è il Refettorio, scavato in parte nella roccia, insieme al Dormitorio costituito da minuscole celle nel tipico stile francescano. La chiesa, l’altare e un minuscolo Coro, invitano alla meditazione. Da essa si accede all’antico Oratorio di Santa Maria e al Coro di San Bernardino.
Sotto la chiesa, si scende alla Grotta di san Francesco, dove c’è la pietra che gli serviva da letto. Da qui si esce all’aperto verso il bosco: si incontra l’antichissimo albero sul quale gli uccelli si raccoglievano per ricevere la sua benedizione. Sparse nella selva, le Grotte dei primi compagni del Santo.