Altri luoghi francescani

Oltre ai luoghi più significativi già menzionati nelle pagine precedenti. Innanzitutto la città di Assisi dove ogni via, ogni angolo, ogni pietra ci parlano di Francesco e di Chiara e ce ne fanno quasi percepire la presenza viva, il loro spirito.

Nella valle Reatina, insieme a Greccio, troviamo Poggiobustone dove Francesco soggiornò ripetutamente. Noto è l’episodio del Santo che confessa apertamente di aver mangiato cibi conditi di lardo durante la Quaresima (Fonti Francescane 715). Poi, la Foresta, dove si ricorda il prodigio della vigna di quel sacerdote che, rovinata e spogliata dai devoti del Santo, diede più uva di quella prodotta nelle migliori annate (Fonti Francescane 1572). Infine, Fontecolombo, testimone di diversi episodi, tra i quali la stesura della Regola e la dolorosissima cauterizzazione alla tempia (Fonti Francescane 1597).

Rientrando nell’Umbria dalla valle Reatina, incontriamo presso Narni lo Speco di Sant’Urbano (o Speco di Narni), luogo suggestivo, dove si racconta che Francesco malato e desiderando un po’ di vino e non trovandolo, si fece portare dell’acqua che si tramutò in vino. Poi, a pochi chilometri a nord di Assisi, ricordiamo il paese di Gubbio dove Francesco, con la sua mediazione, fece sì che un lupo feroce smettesse di terrorizzare gli abitanti e questi ultimi si impegnarono a sfamare l’animale quotidianamente. La leggenda (I Fioretti di San Francesco, XXI) narra che anni dopo, quando il lupo morì di vecchiaia, gli abitanti del paese se ne dispiacquero fortemente.

In provincia di Arezzo, abbiamo l’Eremo delle Celle di Cortona, fondato da Francesco nel 1211, dove il Santo soggiornò ripetutamente, in particolare nel 1225 di ritorno da Siena, per il riacutizzarsi della sua malattia; infine, abbiamo l’Eremo di Monte Casale dove si ricorda l’episodio dei ladroni convertiti (Fonti Francescane 1646).